Ammesso che nel 2017 si abbia ancora voglia di ascoltare un assolo di chitarra, un giro di basso ipnotico, una batteria quadrata… insomma se ne 2017 hai voglia di ascoltarte del rock i White Reaper sono un’opzione.
Definirli solo “rock” sembra banale, ma mi risulta difficle aggiungere una sfumaura più descrittiva… provo delle ipotesi con precentuale annessa: hard (20%), glam (20%), power (20%) e il rimanente 40% lo metterei nella categoria di Arena, cioè quel genere di musica che sembra fatta apposta per grandi platee in cui tutto viene enfatizzato, in cui un riff sembra fatto apposta per farti muovere le chiappe, in cui il coro fa saltare tutti. Mi vengono in mente gruppi come (perdonatemi la tamarraggine) i Journey, i Grand Funk Railroad, Bon Jovi, i Boston…
Ha senso tutto questo? Non ho una risposta, ma a me è successo questo.
Volevo recensire l’album, l’ho ascoltatola prima volta con un approccio “scientifico” … storcendo il naso, lamentandomi per la banalità della struttura melodica. Poi l’ho rimesso il giorno dopo mentre scrivevo questo articolo e la mia idea è cambiata, mi ha trasportato nel mondo del “ascolta e non pensare, goditi sta musica!”.
Rimane un album con un sacco di difetti (mixaggio in primis), ma onesto, quasi puro.
Riassunto
Artista: White Reaper
Titolo: The World’s Best American Band
Produttore:
Etichetta: Polyvinyl
Data di pubblicazione: 7 Aprile 2017
Metacritic: 79
Best Tracks: Eagle Beach