Stephen Malkmus & the Jicks – Sparkle Hard (2018)

“Sparkle hard” è la conferma che il passare degli anni non incide sulla voglia di fare musica e che, pur restando nei canoni di un proprio preciso discorso musicale, si può riuscire a realizzare album godibili per tutti, divertenti ed a tratti soprendenti.

La prova è la vena creativa di Stephen Malkmus che a 52 anni non sembra prosciugarsi e nel solco della cosiddetta musica indie-rock (odio le etichette!!!!) di cui è stato un punto di riferimento torna con un disco all’altezza dei suoi lavori giovanili con i Pavement.

Il suo ascolto mi ha infatti invogliato subito ad ascoltare i suoi dischi precedenti (per ora i Pavement). Questo è un grande pregio. Penso infatti che se ascoltassi oggi per la prima volta “Songs of experience” o “Songs of innocence” non cercherei su spotify i precedenti album degli U2 (giusto per fare un esempio).

Il disco è scritto ed arrangiato con riferimenti al passato e sguardi al presente: il fascino della psichedelia, l’amore per la melodia e lo stupore per l’inatteso scorrono in brani come “Solid Silk”, “Cast Off”, “Kite”, “Rattler”, “Shiggy” e “Difficulties…”. Ma tutto il disco risulta di buon impatto, uniforme pur nei vari necessari cambi di tono e ritmo.

Sicuramente se questo disco, con questi suoni, fosse uscito negli anni ’90 avrebbe avuto molta più fortuna e visibilità, non sento però nessun effetto nostalgia, forse solo un po’ meno di coraggio e sfrontatezza rispetto a quello che avrebbe potuto avere in quegli anni.

Sembra quasi dire: “Sì… va beh …. siamo invecchiati… però siamo ancora belli come vent’anni fa!!”!!!

P.S.: Fuori dal contesto del disco un pensiero si fa largo nella mia testa… non è che stiamo entrando nell’epoca del revival anni ’90? Al simposio l’ardua sentenza!!!