Nel suo settimo ambizioso album Ezra Furman elabora un racconto degno di un adattamento cinematografico: umani trasformati in angeli che cercano di sporavvivere nella odierna distopia dell’America.
“I am shattered, I am bleeding, but goddammit I’m alive”
Esplorando l’intersezione di genere, sesso e religione, l’artista sperimenta su ogni brano prendendosi diversi rischi stilistici. Ma sorprendentemente ed inesplicabilmente non fallisce su nessuna delle tredici tracce.
Ezra Furman presta la sua abilità di storytelling ad ogni canzone, e l’album è ricco di immagini, in particolare relative al protagonista angelico. Dal fantastico:
“My angel’s got eyes like a housing project / He was born inside a guitar”
al quasi banale (ma efficace):
“Your loose feathers fill up two shopping bags”
Ma quello che mi ha colpito è la sua musicalità, la sua capacità di sperimentare, di scatenare la fantasia in territori inesplorati.
L’approccio sperimentale è evidente in “Driving Down to LA”, dove si parte con un arpeggio “western” con melodia vocale pulita. Il tutto viene travolto da un ritornello doo-woop con Ezra Furman che canta a squarciagola sommersa da un muro di suoni suoni dark, sintetizzatori registrati a bassissima fedeltà e una batteria elettronica sconclusionata. Mentre in sottofondo si staglia un piccolo synth che amichevolmente ci accompagna fino alla fine del brano.
“The Great Unknown” è un’altro esempio della capacità artistica dell’album. Una voce melodica si sovrappone su un arrangiamento di batteria tribalista e urlo cagnesco (sì, un urlo che rimane per tutta la canzone cambiando di tono all’occorrenza). Durante il brano la voce diventa più decisa e rassicurante mentre affiorano tessiture chitarristiche che si arenano su un ritornello “silenzioso”, permettendo a synth e voce di concederci una boccata d’aria. Poi la trama iniziale ricomincia e inaspettatamente si conclude nel momento che il climax si è ristabilito e la canzone sembrava entrasse nel ritornello. Sublime sofferenza.
Se volete dedicare a questo lavoro solo sei minuti buttatevi su “No Place” e “The Great Unknown”. Se vi piacciono continuate dalla prima traccia, altrimenti buttatevi su qualcosa di più musicalmente rassicurante.
Riassunto
Artista: Ezra Furman
Titolo: Transangelic Exodus
Produttore: Ezra Furman
Etichetta: Bella Union
Data di pubblicazione: 9 Febbraio 2018
Metacritic: 85
Best Tracks: No Place, Suck the Blood from My Wound, The Great Unknown