Visto che quel moscettone di Moris non si da una mossa, mi butto io. Purtroppo non li conosco bene come lui. L’unico loro pezzo, memorabile, che mi piace è 2020, un brano, come dice Moris, da sopracciglia ustionate (lo vedi che lo devi recensire tu quest’album?). È davvero incredibile. È supersexy e originale. Sentiamolo:
Che dire di Felt, quarto album. Prima di tutto, i Suuns mi fanno venire l’ansia, ma intuisco che qualcosa mi perdo. Sicuramente quest’album è uno dei meno ansiogeni. Per chi non li conosce, non sto dicendo che fanno venire l’ansia, in generale. La fanno venire a me. Sono una rock band di Montreal, un po’ kraut, un po’ punk, un po’ dissonante quel tanto da farmi venire il fiato corto. Un incrocio tra Fugazi e una band tedesca electro-rock a scelta vostra. Ma vi sto portando fuori strada. Dovete aggiungere il noise e magari togliere di mezzo i Fugazi. Il cantante, che si diverte con autotune, fa la voce uguale a GlaDOS del videogioco Portal.
Avete ragione, vi starete chiedendo perché mai una recensione del genere. Perché mai dovreste continuare a leggere. Cominciamo col dire che i primi tre brani, soprattutto Watch you, watch me, fanno venire molta ansia. Baseline è il primo brano minimale e rilassante. After all ritorna a mettere ansia, ma tendenzialmente si va a migliorare. Control mette ancora ansia. Dobbiamo aspettare Peace and love, come il titolo lascia intendere, per sentire i muscoli del corpo lasciarsi andare.
Mi dispiace. Nessuno meglio di Moris potrebbe dire qualcosa di interessante. E se vi dicessi che qualcosa l’ha detta? Una frase secca, lasciata lì, in chat
Si stanno spingendo oltre il minimalismo. Un albumone destinato all’oblio
Direi di non aggiungere altro. Addio.
Riassunto
Artista: Suuns
Titolo: Felt
Produttore: John Congleton
Etichetta: Secretly Canadian
Data di pubblicazione: 2 marzo 2018
Metacritic: 71