Cominciamo questo 2018 con qualcosa di interessante. Ad oggi di recensioni di questo album se ne trovano molto poche, figurarsi in italiano.
Gli Hookworms vengono da Leeds e pubblicano questo album dopo quattro anni dall’uscita del precedente “The Hum” e cinque anni dopo il debutto “Pearl Mystic”. I nostri sembravano destinati ad assumere un ruolo nel panorama rock a cavallo del 2015, ma una serie di spiacevoli inconvenienti gli ha tenuti lontani dal successo (interruzione del tour americano per problemi metereologici e un allagamento dello studio di produzione qualche mese più tardi), ma adesso sembra che ci siamo.
Microshift, come d’altronde i due precedenti, attinge ispirazione da fonti disparate (anche lontane dal rock come Electronica e Techno) per formare un fresco rock psichedelico. L’impiego di tastiere, organi elettronici, effetti sonori, strumenti a corde, fiati e la ricca gamma vocale del cantante MJ rende il tutto particolarmente piacevole.
Se proprio devo trovare un difetto all’album trovo che il passaggio da momenti “dissonanti” e melodie “rassicuranti” sia un pò spiazzante, sembra di trovarsi di fronte a due prodotti differenti. Ma probabilmente è solo l’effetto del primo ascolto, perchè al secondo giro queste sensazioni sono quasi sparite.
Nel complesso trovo particolarmente eccitante Microshift, non foss’altro che per i ricorrenti rieccheggi Krautrock. Siamo solo a Febbraio e parlare di album dell’anno in questo momento è ovviamente fuori luogo, ma su Microshift potrei scommettere che alla fine del 2018 comparirà piuttosto in alto.
Riassunto
Artista: Hookworms
Titolo: Microshift
Produttore: Hookworms
Etichetta: Domino
Data di pubblicazione: 2 Febbraio 2018
Metacritic: 88
Best Tracks: Negative Space