Ecco cosa succede quando i tuoi radar musicali si spengono. Ad Aprile 2017 non ricordo cosa stessi facendo con esattezza, ma probabilmente ero molto impegnato visto che non ho notato nessun segnale riguardante The Black Angels e la loro nuova fatica. Per fortuna ho dei buoni contatti Facebook, che a Dicembre prontamente hanno segnalato la mancanza del disco in ogni classifica di fine anno. Adesso il punto è: vale la pena che sia incluso nei disci migliori del 2017?
La risposta che mi viene di istinto è “probabilmente almeno un disco dei nostri eroi non dovrebbe mancare in nessuna classifica del decennio”. Ma di quale decennio?
The Black Angels sono in attività dal 2004 e probabilmente hanno raggiunto la loro maturità artistica nel triennio 2010/2013, a cavallo tra Phosphene Dream (2010) e Indigo Meadow (2013) cristallizando la loro versione di un genere che aveva un vocabolario ben preciso: il rock psichedelico degli anni ’60.
Il lavoro fatto dagli Angels in Death Song sembra un ritorno alle origini. Si tratta di brani caratterizzati da composizioni complesse, a volte persino labirintiche. È ispirato alla psichedelia anni ’60 ma, come ci hanno abituato da Passover (2006), contiene degli elementi contemporanei che lo rendono “fresco” nonostante il chiaro intento revivalistico.
Vale la pena di ascoltarlo? Probilmente si. Ma visto che avete Spotify o al limite Youtube provate “Currency” e “Half Believing” ed eventualmente approfondite.
Riassunto
Artista: The Black Angels
Titolo: Death Song
Produttore: The Black Angels
Etichetta: Partisan
Data di pubblicazione: 21 Aprile 2017
Metacritic: 75
Best Tracks: Currency, Half Believing