Unknown Mortal Orchestra – American Guilt

Sigla!

Paolo Se si tengono su questa linea possono fare un album decisamente energico. Però è un po’ ripetitivo American Guilt, mi aspettavo che in 4,33 ne approfittassero per spezzare con una variante di strofa, anche solo un altro riff, un’improvvisazione. Niente. Trapela stanchezza. La verità è che il primo album resta qualcosa di incredibile, un’intuizione irripetibile, un timbro assurdo, che sound, che personalità.

Moris Hai ragione. Non si tratta di innovazione ma di rivisitazione. Sento pentatoniche da acid hard rock nei riff, sento un basso stoner, sento echi di Hendrix nelle trame di chitarra dei ritornelli. Insomma sento citazioni per 4 minuti. Ma gli ultimi 30 secondi?

Non so cosa aspettarmi dal prossimo album [Sex & Food, uscita 6 aprile 2018] e probabilmente non sarà possibile ripetere il capolavoro del 2011. Duemilaundici? What the fuck! Sono scioccato.

😮

Li ho appena chiamati “band emergente dalla Nuova Zelanda” con un mio amico.

P È che il frontman si veste come un millennials.

Hanno esordito 7 anni fa.

Un minchione con la cappellino con la visiera.

Madonna, sto sempre a insultare, basta. Per di più i giovani.

Ascolti troppo “La Zanzara”.

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