Sigla!
MORIS Stamattina mi è arrivata la notifica da Spotify di un nuovo album di Jonathan Wilson. Sbam! Corro su Spotify ed è un singolo. Sbam! Sbam! Cerco di riprendermi dalla botta di delusione e metto le cuffie. Parte una lunghissima introduzione, in tipico sound cristallino. Poi parte lui. Ma è lui? In un lampo di cinismo capisco perché l’ultimo dei War On Drugs non funziona. Perché non sono Jonathan Wilson.
Per inciso non si vola altissimo con la composizione, almeno fino a due terzi del brano. Gli arrangiamenti sono all’altezza del mito, la produzione è superba. E quella chitarra che costruisce trame invisibili…nonostante sia la negazione del rock “post 77” mi piace da morire.
Quando il pezzo sfuma ti rendi conto che si tratta di un meticoloso artigiano del suono: ciò che ti ha riempito le orecchie era fatto per stare insieme e farti felice ed ora che non c’è più ne senti la mancanza.
Parte le retrospettiva sui vecchi album.
Buona giornata amico mio.
Paolo Cioè, War on drugs, SPOSTATI
M ma con Wilson è proprio facile!
P sembra una chiacchierata tra i due, dove John fa il vecchio maestro che scuote la testa
M ahahaha
P il novellino arriva con un’idea molto interessante. Schitarra, syntetizza.
Poi arriva John, ascolta pensoso, annuisce, e ti fa vedere come si fa!
M E il pivello sbianca…“Devo andare alla toilette”
P “ah, cavolo, così si fa..”
è appena partito il secondo singolo, uscito il 30 gennaio
M Ma l’hai sentito il singolo?
P sì, che ti commentavo senza sentire?!? appena sentito Over the midnight,
ora Loving you